Collane

PREZZO

  • La figura del Bertoldo “l’arguto contadino”, è quella di un eroe popolare nato nel Seicento per mano di Giulio Cesare Croce e che nel Settecento ha destato l’interesse di librettisti come Goldoni e Da Ponte. Bertoldo è il semplice, il saggio, l’astuto e il sincero popolano della campagna emiliana, l’eroe che dialoga alla pari con il Re e ridicolizza la cultura del palazzo. Il contadino dalle scarpe grosse e il cervello fino, emblema di quel mondo alla roversa figlio delle libertà del carnevale. Luigi Ferrari Trecate il “musicista delle fiabe” con l’opera giocosa in tre atti Le astuzie di Bertoldo rilancia l’interesse verso questo eroe alla roversa, negli anni in cui l’umanità si confrontava con il proprio doppio: da una parte l’uomo spendeva le sue migliori energie nelle grandi scoperte e nelle invenzioni, dall’altra presentava l’aspetto peggiore della sua anima nel dramma delle due guerre mondiali. Un’opera che ha riscosso successo nei principali teatri italiani per finire poi nell’oblio della storia. Cosa ci sanno raccontare ancora Le astuzie di Bertoldo e la musica di Ferrari Trecate?
  • Uno dei più grandi compositori italiani d'inizio Novecento, Pietro Mascagni, visto attraverso la lente di uno dei più arguti e innovativi musicologi di quell'epoca, Giannotto Bastianelli. Le opere del compositore vengono analizzate e spiegate con profondità e semplicità: il Pietro Mascagni di Giannotto Bastianelli è una validissima introduzione all'autore che compose Cavalleria rusticana.
  • Riunire le teste dell’idra esplora il processo creativo di Fabrizio De André, analizzando le fasi che conducono alla realizzazione delle sue canzoni: dalla scelta dei temi alla scrittura dei testi, dalla composizione alla definizione degli arrangiamenti, fino al lavoro in studio e alla produzione. Il volume adotta un approccio interdisciplinare, che interseca popular music studies, analisi musicologica ed etnomusicologia, e si avvale di documenti autografi e testimonianze inedite per indagare in profondità il laboratorio artistico di uno dei più influenti cantautori italiani del Novecento.
  • I processi creativi e compositivi propri della moderna canzone d’autore, intesa come fenomeno culturale e genere poetico-musicale non solo italiano ma di respiro internazionale, attendono ancora oggi di essere studiati in modo approfondito, sulla base di riflessioni e metodologie adeguate; quelle qui proposte in via sperimentale riguardano il caso specifico ma altamente rappresentativo di Chico Buarque (Rio de Janeiro, 19 giugno 1944), esponente di punta della Música Popular Brasileira, prolifico e ancora attivo artefice di uno dei più ricchi e autorevoli canzonieri della nostra epoca. La suddivisione del volume in due parti ne riflette il duplice taglio teorico-estetico e filologico-analitico, reso possibile, su entrambi i piani, dalla generosa disponibilità dimostrata dal cantautore brasiliano nei confronti dello studioso suo interlocutore: alla base dell’intero lavoro vi è infatti una serie di conversazioni dirette e scambi epistolari, integrata da una non meno preziosa messe di materiali sonori privati messi a disposizione dallo stesso cantautore per uno studio finalmente concreto e sistematico del suo processo compositivo. La trascrizione e analisi di 24 schizzi e abbozzi sonori (alcuni dei quali digitalizzati e resi fruibili all’ascolto in forma di file audio mp3), in particolare, ha permesso di ricostruire la nascita e graduale messa a fuoco, musicale prima ancora che verbale, della canzone Carioca (1998), capolavoro della maturità, ora apprezzabile anche come il frutto di una delle più articolate, faticose e metamorfiche imprese creative di Chico Buarque.
  • Questo volume propone un’indagine su alcune reciproche influenze tra la cultura musicale di Italia e di Francia nel Novecento. I saggi qui pubblicati sono scaturiti da un convegno tenutosi a Palermo nel 2008 in ideale prosecuzione con due precedenti incontri di studio a Strasburgo e a Cremona. Ancora oggi quei lavori, con qualche piccolo aggiornamento, mantengono attualità e interesse. Gli scritti – di Jean-Jacques Nattiez, Carlo Serra, Gianfranco Vinay, Raffaele Pozzi, Angelo Orcalli, Luigi Manfrin, Gaetano Mercadante, Pietro Misuraca, Gabriele Garilli, Amalia Collisani, Pierre Michel, Alessandro Arbo, Ingrid Pustijanac, Giovanni Damiani – disegnano una rete variegata di flussi, convergenze, echi, alleanze da Dallapiccola e Messiaen ai compositori più recenti.
  • Che cosa conosciamo di Pietro Mascagni, oltre a Cavalleria rusticana? Eppure una quindicina sono i suoi melodrammi, e numerose sono le composizioni per orchestra, da camera, per pianoforte, ampio il repertorio corale (sia sacro che profano), curioso il suo interesse per il teatro e il cinema. Con approfondito spirito musicologico e con l'ausilio di documenti inediti - non ultimo il prezioso Pietro Mascagni di Bastianelli e le lettere del librettista Guido Menasci -, Cesare Orselli ci guida alla scoperta del grande compositore toscano.
  • Il Concerto in Sol e il Concerto per la mano sinistra di Maurice Ravel sono tra i più apprezzati concerti per pianoforte e orchestra del Novecento. Il presente volume si propone come guida all'ascolto e, contemporaneamente, come messa a fuoco delle fondamentali questioni critiche generali che hanno caratterizzato il Novecento musicale, artistico e storico.
  • Jia Ruskaja (Kerč’, 6 gennaio 1902 - Roma, 19 aprile 1970) è stata una danzatrice, coreografa, teorica della danza italiana; ha fondato l’Accademia Nazionale di Danza e la Fondazione dell’Accademia Nazionale di danza. È stata la donna che ha intessuto rapporti pubblici e privati con le maggiori personalità della cultura coreutica, artistica e politica del Novecento italiano ed internazionale. Diva e icona glamour della danza libera italiana, nonostante le origini tartare è da considerarsi a tutti gli effetti un’artista nostrana. L’intelligenza, la sagacia nonché la personalità volitiva, le hanno concesso di entrare nel mondo coreutico pur non essendo una danzatrice di formazione, percorrendo con disinvoltura gran parte del Novecento a partire dagli anni del futurismo, per ritrovarsi regina della danza nel ventennio fascista. «Danzatrice e poetessa della danza, è una creatura molto interessante, una personalità. Personalità ineguale e attraente che fonde in un’armonia maravigliosa di linee fisiche e spirituali aspetti vari e mutevoli di una figura e di un carattere. È la sintesi compiuta e inquadrata di varie epoche, di varie razze, di vari temperamenti; è un contrasto e un accordo», tutto questo è Jia Ruskaja: la dea danzante.

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