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  • Ogni domenica mattina in piazza di Pasquino a Roma, nei pressi di piazza Navona, si può udire un sound coinvolgente caratterizzato da andamenti ritmici provenienti dal cuore dell’Africa. Si tratta del coro Bondeko che anima il rito cattolico zairese nella chiesa della Natività di Gesù; esengo è la parola che in lingua lingala significa "gioia". Il volume è il risultato di una ricerca etnomusicologica condotta nella comunità congolese dal 2013, primo di una serie di monografie dedicate ad altri luoghi di culto frequentati da immigrati nella città di Roma. Esengo, realizzato in forma dialogica, si apre con un’introduzione storica del cristianesimo in Congo per poi focalizzarsi sulla storia della preziosa realtà congolese della chiesa della Natività. Seguono analisi e trascrizioni musicali di alcuni brani significativi del repertorio liturgico e un focus sulle pratiche musicali della Settimana Santa. Chiude il volume una sezione dedicata alle storie dei protagonisti del coro Bondeko. Il lavoro è corredato da un apparato multimediale che comprende fotografie e filmati documentati sul campo.
  • Che cosa conosciamo di Pietro Mascagni, oltre a Cavalleria rusticana? Eppure una quindicina sono i suoi melodrammi, e numerose sono le composizioni per orchestra, da camera, per pianoforte, ampio il repertorio corale (sia sacro che profano), curioso il suo interesse per il teatro e il cinema. Con approfondito spirito musicologico e con l'ausilio di documenti inediti - non ultimo il prezioso Pietro Mascagni di Bastianelli e le lettere del librettista Guido Menasci -, Cesare Orselli ci guida alla scoperta del grande compositore toscano.
  • Futurista lo fu la pittura, la scultura, la letteratura ma anche, come si sa, la musica. In questo pamphlet realizzato da NeoClassica, alcuni dei maggiori interpreti della stagione futurista mettono in luce pregi e difetti dell'arte dei suoni declinata in accezione futurista. Aprono il volume due scritti di Giannotto Bastianelli, seguono articoli di Giorgio Barini, fine giornalista musicale, Jules Écorcheville, in prima traduzione italiana, Silvio Mix, musicista futurista fra i più originali, J.-C. Barbiery, sulle possibilità cinematografiche della musica futurista. A riprova di un'arte che, a distanza di più di un secolo, non smette di interrogare.
  • Anton Francesco Gori raccolse e ripubblicò nel Settecento numerose opere di Giovan Battista Doni; tra queste spicca questo ragguardevole trattato, rimasto sepolto negli archivi romani per più di un secolo. È questo un testo che offre ai nostri lettori una buona occasione di ripercorrere le origini della musica scenica dall’autorevole punto di vista di uno dei maggiori teorici seicenteschi, e ascoltando con lui alcuni dei più importanti compositori dell'epoca - Monteverdi, Gesualdo, Peri, Caccini e molti altri.
  • Per la novità della concezione del suono, la pioneristica attenzione alle leggi della percezione e dell’ascolto, il rilevante contributo nel campo della vocalità e del teatro musicale, Salvatore Sciarrino (Palermo, 1947) è uno dei protagonisti del panorama musicale contemporaneo. Tra i compositori italiani viventi è il più noto ed eseguito. Il suo precoce talento (debuttò nel 1962, appena quindicenne, durante la terza Settimana Internazionale Nuova Musica di Palermo) si è dispiegato autonomo ma in diretto rapporto con le opere dei compositori antichi e moderni. Dopo oltre cinquant’anni, il suo catalogo è in continuo sorprendente sviluppo.
  • Etnografie Sonore / Sound Ethnographies è un semestrale peer reviewed, multimodale, pubblicato on-line e a stampa, con contributi in italiano e in inglese. Nasce dall’esperienza di ricerca dell’etnomusicologia italiana e si propone come terreno di incontro in ambito internazionale per tutte le prospettive di indagine che affrontano la complessità e la trasformazione delle pratiche musicali. Incoraggia uno sguardo etnografico, volto alla documentazione e all’analisi dei comportamenti sonori, coreutici, sociali a livello individuale e di gruppo.
  • Il presente volume raccoglie le riflessioni emerse durante il Convegno Storico Internazionale «Paolo Rolli e la musica» che si è svolto a Todi il 20 novembre 2015 in occasione del 250° anniversario della morte del poeta. I saggi cercano di dare ulteriore luce a un intellettuale che, in modo non dissimile a ciò che farà pochi anni dopo Metastasio, ha dedicato gran parte della sua vita a promuovere la cultura italiana in Europa, anche – se non soprattutto – attraverso la scrittura di libretti d’opera, cantate e canzonette che sono stati intonati, a partire dai coevi Georg Friedrich Händel, Giovanni Bononcini e Nicola Porpora, da tre generazioni di compositori.
  • Perché scegliere la Bibbia per il libretto di un’opera? Che cosa hanno in comune il Nabucco di Verdi e il Mosè di Rossini? Franco Piperno ci aiuta a rispondere queste domande con il suo primo libro pubblicato per NeoClassica. A partire dalla metà degli anni ’80 del 1700 a Napoli e in altre piazze teatrali italiane venne aggiunta al calendario operistico una stagione in tempo di quaresima caratterizzata da opere su soggetto veterotestamentario. Da questo momento prende avvio e si consolida una tradizione di sacrodrammi biblici che giungerà fino al Nabucodonosor di Giuseppe Verdi e Temistocle Solera (1842), di fatto e di diritto appartenente alla predetta tradizione.

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