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  • Il volume concerne i drammi per musica di Alessandro Scarlatti dal Flavio Cuniberto, allestito a Pratolino nel 1702, alla Griselda, apparsa a Roma nel 1721. Vengono prese in considerazione le “prime” intonazioni la cui responsabilità sia attribuibile per intero al musicista palermitano, più le tarde rielaborazioni d’autore per Roma di due dei lavori scritti originalmente per Pratolino: Turno Aricino (1720) e Arminio (1722). La materia è suddivisa in due parti: la prima contiene sia un esame dei soggetti, dei nuclei drammatici e degli eventuali accomodi (in caso di libretti di lungo corso) dei drammi per musica di Scarlatti, sia un quadro delle caratteristiche stilistiche e formali della musica in ottica generale e sistematica; la seconda parte descrive più in dettaglio, e in prospettiva cronologica, le intonazioni di cui sussistano fonti, in specie riguardo ai rapporti e alle alternative possibili fra musica, parole e gesto negli snodi melo-drammatici di maggior rilievo.

    SOMMARIO

    PREMESSA ELENCO DEGLI ESEMPI MUSICALI ASPETTI STORICI, ESTETICI E FORMALI Luoghi, occasioni, drammi Scene comiche Forme e mezzi compositivi LE OPERE Il Flavio Cuniberto Arminio Turno Aricino Il Mitridate Eupatore Il trionfo della libertà L’amor volubile e tiranno La principessa fedele La fede riconosciuta Il Ciro Scipione nelle Spagne L’amor generoso Tigrane Carlo re d’Alemagna Telemaco Cambise Marco Attilio Regolo Griselda ESEMPI MUSICALI BIBLIOGRAFIA INDICE DEI NOMI
  • Esaurito

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    In questo numero di Etnografie Sonore / In this number:
    • Nina Baratti - Between Genre and Generations: Analyzing Angolan Popular Music
    • Razia Sultanova - On the Ruins of Empire: The Music of Central Asian Migrants in Russian Metropolises
    • Christian Ferlaino - Using Ethnographic Data and Psychoacoustics to Analyse a Tuning System for Surdulina Bagpipes
    • Ilaria Meloni and Silvia Spinelli - Sounding like a Sindhen. First Results of an Ethno-Phoniatric Investigation on the Javanese Female Voices

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    In questo numero di Etnografie Sonore / In this number:
    • Gerhard Kubik - Musical Bows and the Spirit of Human Discovery
    • Alessandro Cosentino - «Less Is More, My Friend!». Sibongile Kgaila and Solly Sebotso: Four-String Guitar Song Composers from Botswana
    • Giulia Ferdeghini e Ilario Meandri - Analisi formulaica e caratterizzazione oicotipica in etnomusicologia: il caso delle epiche curde Mem û Zîn e Kelaê Dimdim
    • Grazia Magazzù - Competenze femminili nel canto a più voci di ambiente contadino della Sicilia orientale
    • Matías Isolabella and Raquel Jiménez Pasalodos - From Mud to Music: The Production and Uses of Clay Drums in Morocco
  • In February 2014 an international seminar on musical dynamics and creativity in Africa was held at Tor Vergata University of Rome. The topic and the approach were strongly influenced by issues that Gerhard Kubik believed should have been addressed for a long time, such as the attention to cultural and social dynamics, with a specific emphasis on the creativity of individuals. Beside his keynote address, Music Traditions, Change and Creativity in Africa includes the contributions presented by scholars from different countries, particularly active in the East African area and in dialogue with Italian researchers who have field experience in the same region. Along with the papers multimedia contents are also available online.
  • Sono riunite in questo volume due opere di Guido Menasci: L'Autunno, raccolta di tre brevi componimenti in prosa, e Il libro dei ricordi, serie di poesie, edite per la prima volta a Livorno rispettivamente nel 1901 e nel 1894.

    La prosa e la poesia di Menasci hanno tutte le caratteristiche del decadentismo italiano e lasciano al lettore un dolce senso di oblio, di perdita di qualcosa che è esistito ma che ormai si scorge solo come un sereno ricordo lontano.

  • «La capacità di apprendere da tutto ciò che incontra lungo il suo percorso è una costante della vita di Brahms. Non c’è nessun compositore che sia in grado come lui di appropriarsi di ciò che è nuovo, ma soprattutto di ciò che è stato nuovamente scoperto dell’antico»: questo giudizio viene dalla penna di Philipp Spitta, il grande biografo di Johann Sebastian Bach. Sono parole che, sotto forma di allusione, sollecitano a vedere un lato nascosto dell’attività di Brahms, quello rappresentato dal suo dialogo con la musicologia, la disciplina che portava ai suoi occhi, alle sue orecchie, “le nuove scoperte dell’antico”.

    Brahms visse in un’epoca in cui la ricerca musicologica fioriva in una multiforme vitalità (alimentata dal legame strettissimo tra filologia e storiografia) ed ebbe con tanti studiosi di questa disciplina un rapporto duraturo, profondo, in cui la reciproca stima poteva anche trasformarsi in amicizia.

  • Il volume coniuga gli studi sulla migrazione con quelli legati alla musica e alla spiritualità nelle differenti chiese cristiane presenti nella città di Roma. Si è scelto per il titolo un termine inglese, Praises, in quanto lingua impiegata dai fedeli di tutte le chiese oggetto delle etnografie musicali presenti nel volume. Tali comunità di fede si caratterizzano per una composizione mono o multi-nazionale, e vengono indagate dagli autori dei saggi attraverso etnografie in grado di restituire la bellezza e ricchezza delle rispettive pratiche musicali e il rapporto che queste hanno con la città di Roma, in una prospettiva di feconda e reciproca conoscenza. In Praises, inoltre, alcuni saggi inquadrano storicamente le dinamiche migratorie in relazione con la religione e con l’Urbe. I contributi sono corredati da un apparato multimediale che comprende fotografie, audio e filmati documentati sul campo.
  • Ambientato in Sardegna, Sing Me Back Home esplora la lingua e la cultura attraverso la scrittura di canzoni come metodo etnografico. Kristina Jacobsen si chiede, dopo tredici mesi di lavoro etnografico sul campo durante i quali ha scritto canzoni con musicisti, artigiani, pastori, poeti e attivisti linguistici sardi: Come vengono narrate le vite e le ideologie linguistiche sarde sullo sfondo della musica americana? Il libro mostra come i musicisti sardi cantino la loro storia tra le righe. Rivela come le canzoni sarde diventino un sito di trasduzione in cui, attraverso il processo di scrittura, registrazione ed esecuzione delle canzoni, l'energia di un genere musicale e di una cultura linguistica venga sfruttata per indicarne un altro molto più vicino a casa.

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