Seneca: la sua figura nell’Incoronazione di Poppea

Nel 1643 il pubblico veneziano assistette ammirato a “L’Incoronazione di Poppea” di Claudio Monteverdi, un’opera in tre atti più un prologo su libretto di G.F. Busenello. Il settantacinquenne maestro, ormai al suo ultimo lavoro ma ancora creatore innovativo, dopo aver abbandonato i temi elegiaci amorosi, si misurava con la Storia. Il soggetto dell’opera, infatti, è davvero particolare in quanto segna il primissimo esempio a soggetto storico a fronte di precedenti che invece si erano ispirati alla mitologia.

Le fonti

L’autore del testo prende spunto dagli Annali di Tacito che illustrano i regni degli imperatori romani Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone, ma nel corso dell’opera mostrerà conoscenza anche di altri autori. Busenello riesce così a mettere in scena l’ambito politico della storia romana, caratterizzato dal prevalere della tirannia o dalla smania dell’imperialismo, temi molto efficaci nell’elaborazione drammaturgica dell’opera di primo Seicento. In questo modo, inoltre, rispetto alla società decadente dell’antica Roma, agli intrighi di palazzo e all’ambiguità morale di ogni personaggio, risalta per contrasto la gloria della repubblica veneziana, patria delle libertà.

L’opera si presenta infatti come allegoria della Venezia del XVII secolo con la sua politica e la sua morale. Gli elementi trattati (ad esempio, la gelosia, l’incesto e la sodomia quali causa di varie ingiustizie in un contesto latamente amoroso) erano sorretti anche dal pensiero degli intellettuali dell’Accademia degli Incogniti, di cui Busenello faceva parte, che propugnavano idee antimonarchiche e filo-repubblicane. Nell’opera l’aspetto politico e sessuale si mescolano in un’unione sfrenata; Monteverdi cerca di realizzarla attraverso il canto e con un uso sapiente della musica, modulando realisticamente ogni personaggio ed ogni situazione; solo però la morte di Seneca realizzerà definitivamente questa osmosi sensuale e artistica.

Seneca

Una particolare figura nell’opera è proprio quella di Seneca che resterà in scena solo fino al secondo atto: il filosofo infatti è presente in sette scene tra il primo ed il secondo atto; in ulteriori scene verrà solo citato. Seneca sembra regolare molti aspetti dell’opera tanto che dopo la sua morte vi sarà una degenerazione morale di tutti gli altri personaggi. Da una prima analisi testuale si evidenzia come in tutte le scene, in presenza del filosofo o nelle sue citazioni, non manchi l’esposizione del suo stoicismo ma sono evidenti anche situazioni in cui questa filosofia in realtà viene messa in dubbio, in base ai sospetti comportamenti di Seneca nel corso della sua stessa vita.

Nella seconda scena del primo atto, ad esempio, viene citato da due soldati che inizialmente maledicono gli amori di Poppea e Nerone e poi si accingono a mormorare accuse nei confronti di Seneca: un pedante, una persona che specula sul denaro fino ad approfittarsi delle disgrazie altrui. Seneca, in effetti, viene considerato in due modi differenti: da un lato rappresenta il filosofo che espone il suo stoicismo ed i concetti di virtus e constantia; dall’altro rappresenta colui che non segue i suoi stessi precetti ed è particolarmente ipocrita nell’insegnamento di una vita modesta quando in realtà egli stesso non rinuncia al lusso e agli agi.

Primo atto

È nella sesta scena del primo atto che compare per la prima volta Seneca, pronto a consolare Ottavia in preda alle lacrime per delle mancanze da parte di Nerone. L’esorta a moderare le lacrime, ad essere costante, a ringraziare la Fortuna che le ha dato onore e soprattutto cerca di far capire come la ricchezza ed il potere portino solo infelicità. Nella scena successiva, poi, vi sarà un soliloquio dove il filosofo canterà le grandezze transitorie del mondo (tutti argomenti che fanno parte proprio dell’opera stoico-filosofica di Seneca tra cui, ad esempio, le lettere a Lucilio). Tuttavia, la sua presenza risulta negativa perché i suoi insegnamenti poco servono alla disperata Ottavia.

Qual è allora l’intento di Busenello nel mettere in scena Seneca? Alcuni studiosi banalizzano le accuse rivolte al filosofo in riferimento al fatto che le ingiurie giungono dal ceto basso a differenza dell’imperatrice che, pur non credendo alle parole del filosofo, non lo attacca. Altri studiosi, invece, pensano che le parole pronunciate da Seneca risultino come critica e derisione del personaggio e ciò sarebbe evidente sia nel testo che nella musica; pochi infine sostengono che la musica risollevi in parte l’immagine del filosofo. In realtà Busenello non vuole denigrare questo personaggio, anzi. Sarà la chiave di tutta la vicenda.

L’intervento di Minerva

Proseguendo, nell’ottava scena, ritroviamo l’intervento divino di Pallade, la quale predice la morte di Seneca. Il filosofo, tuttavia, da buon stoico, non si turba e risponde di non temerla affatto tanto che nella nona scena, dopo la discussione con l’imperatore Nerone, il filosofo morirà con un accompagnamento musicale che si rifà proprio ad una battaglia. Seneca in quel momento incarna lo Stato e cerca di dimostrare quanto i delitti che gli imperatori perpetrano non siano senza valore ma che invece debbano servire all’affermazione del potere. Nerone non accetta queste parole, lo scaccia dalla sua presenza e gli anticipa la sua prossima morte che dovrà avvenire tramite suicidio, proclamando così il trionfo dell’Amore. Sicuramente in questo caso Busenello vuole far riferimento alla situazione contemporanea esposta dall’Accademia degli Incogniti e ancor di più vuole mostrare la reazione tipicamente stoica del filosofo nell’accettazione della morte come liberazione e dono.

Secondo atto

L’inizio del secondo atto si apre nella villa di Seneca e nella terza e quarta scena, nel momento stesso della sua morte, il filosofo cerca di consolare i suoi familiari. Qui la musica mostra un contrasto tra tono tragico/solenne e tono lieto e giocoso (quasi come una danza), dimostrazione di un Seneca che accetta la morte come un breve dolore; nei familiari invece è indice della volontà di vivere. Il musicologo Iain Fenlon evidenzia a tal proposito che la musica di Monteverdi è ripresa da uno dei madrigali amorosi compresi nel suo Ottavo libro di madrigali. La preoccupazione di dar voce musicale alle “passioni contrarie” o “mutazioni d’affetto” espresse dai poeti del suo tempo occupa infatti l’intera produzione di Monteverdi e trova compimento nell’effetto catartico (di concezione aristotelica) suscitato sulla nobiltà veneziana presente ai suoi spettacoli.

Interpretazioni

Venendo alla questione della morale dell’opera, possiamo dire che vi sono molteplici interpretazioni. Sappiamo che l’Incoronazione di Poppea si apre con una sfida tra Fortuna, Virtù e Amore e in questa prevale Amore che promette di dimostrare come possa modificare le vicende del mondo intero. Difatti Virtù non prevale, si personifica in Seneca e potrà vantarsi di essere colei che insegna ad ascendere, come sarà quando accoglierà Seneca dopo la morte. In realtà tutti i personaggi sono corrotti, forse lo stesso Seneca e anche Ottone e Ottavia, che in effetti da vittime si trasformano in carnefici, progettando omicidi. Altri ancora invece si riferiscono unicamente alla figura di Seneca come la personificazione di un messaggio morale.

In realtà, molti studiosi moderni e antichi definirono l’opera come completamente amorale. Differente è la posizione di Nino Pirrotta: coloro che conoscono gli eventi storici successivi (la futura morte di Poppea e Nerone) si rendono conto che in realtà quella moralità è già presente nell’opera. Che interpretazione dare allora alla figura di Seneca? Probabilmente è un corrotto ma forse è un personaggio tragico “semplice”: infatti, dopo la sua morte, vi è un continuo susseguirsi di eventi contrastanti e addirittura indecifrabili. E il prevalere di Amore su Virtù si può interpretare come la vittoria dell’ingiustizia sulla giustizia; è evidente come l’assenza di Seneca crei un successivo scompiglio e di conseguenza la consapevolezza dell’importanza della Virtù che, quando soccombe ad un mondo irrazionale, trascina la vita nel caos.

Maria Serio