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Resoconto di un pomeriggio con Raffaello De Rensis

Ieri pomeriggio presso il Museo degli strumenti musicali dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma si è tenuto il primo evento ufficiale della nostra casa editrice, la presentazione delle nuove edizioni dei volumi Franco Faccio – Arte, scapigliatura e patriottismo e Francesco Cilea, entrambi scritti dal musicologo e critico musicale Raffaello De Rensis. L’evento ha visto la partecipazione di importanti studiosi, musicisti ed esponenti del mondo della musica classica, tra cui il presidente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Michele Dall’Ongaro, Antonio Rostagno, musicologo e pianista e tra gli autori presenti nel nostro catalogo e Cecilia Gobbi, presidente della Fondazione Tito e Tilde Gobbi Onlus ed erede di Raffaello De Rensis.

Gli editori hanno commentato così l’evento:

Siamo fermamente convinti, e al contempo orgogliosi, del successo dell’evento di ieri. Abbiamo avuto la grande fortuna di fare la prima presentazione dei nostri volumi in un luogo unico e importante, e questo lo dobbiamo soprattutto al sostegno e all’impegno di Cecilia Gobbi. Abbiamo anche avuto un riscontro positivo da parte del pubblico presente, in quanto siamo riusciti a svolgere un’attività, insieme alla collaborazione di tutte le persone intervenute, dal taglio scientifico e contemporaneamente divulgativo. Pensiamo inoltre di essere riusciti a far emergere il messaggio che vogliamo inviare attraverso la riedizione di volumi come questi: rivalutare, riscoprire e riapprezzare testi del passato che rivelano un valore concreto anche ai giorni d’oggi. Speriamo vivamente di poter collaborare nuovamente in futuro con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Organizzare un evento come questo in un luogo “sacro” come l’Auditorium Parco della Musica ci ha entusiasmato ed emozionato.”

Tra gli interventi più significativi quello del presidente Dall’Ongaro che ha sostenuto la necessità di riscoprire volumi come quelli di De Rensis che possono essere riletti come testimonianza viva di una storia musicale italiana,  attualmente misconosciuta, apprezzando fra l’altro il coraggioso lavoro degli editori:

Sono particolarmente fiero di questo incontro, in parte perché conosco un po’ delle persone coinvolte che sono persone care che amano la musica e a cui la musica deve molto, poi perché siamo qui intorno a un’operazione che coinvolge due giovanissimi che hanno avuto questa idea folle e meravigliosa di fare gli editori di musica in un momento in cui tutti tirano i remi in barca […] condividere l’idea che con la musica si possano cambiare le cose è un fatto di grande importanza; la musica, la conoscenza, il sapere, la curiosità, il riscoprire le radici è una cosa che aiuta molto anche noi […]. Senz’altro ha aiutato me leggere questi due libri straordinari – lo devo dire – per molte ragioni […]. Guardate il modo in cui De Rensis parla di musica: l’attacco di questo libro su Franco Faccio sembra un libro d’avventura, sembra un libro di Salgari, i due amici inseparabili che si conoscono in condizioni diverse un po’ differenti, uno un po’ più bravo a scrivere poesie, Boito, uno a scrivere musica, Faccio […]: ecco che il documento diventa racconto. L’idea che la musica diventi storytelling […] è qui esercitato nella sua forma più nobile attraverso la narrazione del fatto musicale. E questo si deve alla volontà di raggiungere chiunque, gli studiosi e il lettore comune. Di Franco Faccio non è che ne sapessi poi così molto: adesso sono convinto di saperne molto di più.”

Cecilia Gobbi si è invece soffermata su racconti più prettamente familiari, parlando del nonno e mettendo in relazione la sua attività di musicologo con l’influenza esercitata su sua madre Tilde – «una raffinata pianista» – e soprattutto sul padre, il celeberrimo baritono Tito Gobbi. Di quest’ultimo ha letto con calore e sentimento una parte dell’autobiografia nella quale il baritono si soffermava sul suo fondamentale incontro con De Rensis e la sua famiglia.

Antonio Rostagno ha messo in luce la figura di Franco Faccio, compositore e direttore d’orchestra, attribuendogli il merito di aver esaltato quello “stile esecutivo italiano” così apprezzato da quei direttori d’orchestra esteri che pur avendo un ineguagliabile stile personale e nazionale (come von Bulow e Weingartner), guardavano a Franco Faccio con grande ammirazione. Del volume di Cilea, relativamente più breve e meno approfondito di quello su Faccio, Rostagno ha spiegato l’importanza della raccolta delle fonti, e dell’analisi del recupero delle opere di Cilea nel corso degli anni Trenta.

Agostino Ziino ha esposto il lavoro di De Rensis come musicologo e come fondatore – insieme ad altri – e direttore per diversi decenni dell’Istituto Italiano per la Storia della Musica. Fra le altre cose, Ziino ha spiegato il lavoro di De Rensis come musicologo e come critico musicale, mettendo in relazione i due mestieri e spiegando come la sua figura abbia perfettamente conciliato le due attività, in un modo oggi non più così spesso praticato.

Anche Guido Salvetti ha parlato di Franco Faccio, sottolineando la sua rilevanza nella direzione d’orchestra non solo nel campo della musica italiana (e nella sua collaborazione con Verdi) ma anche in relazione alla “importazione” in Italia di giganti della musica francese, come Massenet e Godard, o tedesca, con le lodatissime esecuzioni di Wagner.

Johannes Streicher, in qualità di curatore dell’epistolario di De Rensis, ha infine parlato dal punto di vista musicologico dell’attività di scrittore, giornalista, musicologo – e pure poeta – di De Rensis stesso, sottolineando l’instancabile energia dell’autore in tempi certo difficili quali il Ventennio e le due guerre mondiali.

 

Trovate alcuni estratti video dell’evento sulla pagina Facebook di Neoclassica