L’eredità della musica classica nel Progressive Rock

La nascita del genere

Siamo alla fine degli anni ’60. Le sperimentazioni del rock psichedelico avevano aperto la strada ad un’evoluzione del genere che andava ben oltre i canoni stilistici dettati dal rock’n’roll. Distaccandosi dalle strutture tipiche della canzone pop e dalle progressioni di accordi mutuate dal blues stava nascendo un nuovo tipo di musica rock. Un genere più colto, più complesso, che rubava dalla musica classica, dalle armonie jazz, dal folk. Non più una musica da ballo ma finalizzata all’ascolto.

Il progressive inglese

L’epicentro di questo cambiamento è l’Inghilterra. Tra il 1968 e il 1970 pubblicano il loro primo album alcuni dei gruppi fondamentali di questa corrente. Parliamo di band come King Crimson, Yes, Jethro Tull, Genesis, Gentle Giant, Van Der Graaf Generator. Una nota a parte va fatta per i Pink Floyd, che da un rock acid degli inizi nel 1970 pubblicheranno Atom Heart Mother, con il lato A dell’LP occupato dall’omonima suite.

Attitudine progressive

Ogni artista ha inconfondibili peculiarità stilistiche ma ciò che accomuna tutti è l’attitudine progressive. Attitudine a superare i confini dei generi, a distaccarsi dalla “canzonetta” e portare il rock al livello della musica colta. Il più delle volte avvicinando concettualmente l’LP all’opera di musica classica.

La forma di contaminazione musicale più evidente è nel superamento della forma-canzone. I brani si allungano nella durata fino ad arrivare a coprire interamente un lato di un disco. Ogni gruppo prog che si rispetti ha la sua suite, come Supper’s Ready dei Genesis, Close to the Edge degli Yes, Lizard dei King Crimson, o Tarkus di Emerson, Lake & Palmer.

Le citazioni colte

A volte vengono addirittura riproposte in chiave rock le opere di alcuni importanti compositori. Come ad esempio Bach omaggiato dai Jethro Tull con la Bourreè (dall’omonima danza della della Suite per liuto n° 1 BWV 996) nell’album Stand up. I Genesis col brano Horizons riprendono la Suite per violoncello BWV 1007. Oppure Pictures at an Hexibition degli ELP che è una rivisitazione di Quadri da un’esposizione di Mussorgskij.

Del resto il background musicale dei musicisti prog (spesso dei veri e propri virtuosi dello strumento) il più delle volte si fonda su una solida formazione musicale accademica. Formazione perfettamente riconoscibile nello stile di musicisti come Keith Emerson, Rick Wakeman, Tony Banks, Steve Hackett, e nella connotazione quasi esclusivamente europea di questa stagione musicale.

Musica romantica, barocca, contemporanea

In ognuno di questi incredibili artisti si possono riconoscere delle influenze particolari, i Genesis ad esempio si rifanno alla musica tardo-ottocentesca di compositori come Wagner e Holst. Ad esempio in The Cinema Show troviamo degli echi del tema di Mars, the Bringer of war di Holst, in Firth of Fifth viene richiamato il Concerto per pianoforte in La minore di Edvard Grieg.

Gli Yes invece si rifanno molto di più alla musica barocca: Rick Wakeman cita Bach come sua principale influenza ed ha pubblicato personalmente diversi album di musica barocca.

I King Crimson invece incorporano nella loro musica molti elementi mutuati dal jazz e soprattutto dalla musica contemporanea. Il fondatore e chitarrista Robert Fripp è un grandissimo appassionato del lavoro di Stockhausen (dichiara di considerarlo il musicista più completo che abbia mai incontrato). Non a caso applicò alla chitarra elettrica sperimentazioni con i nastri magnetici analoghe a quelle fatte dal compositore tedesco. Altra peculiarità di questo grandissimo gruppo è quella di avere un vero e proprio librettista per i testi. Parliamo del poeta Peter Sinfield che infatti scrisse per questo progetto dal 1969 al 1972.

Rock sinfonico, opera rock

Il retaggio della musica classica diventa quindi fondamentale per capire questo filone della musica rock, in quanto diventa determinante nelle forme delle canzoni. In maniera più ampia cambia visione stessa dell’LP che diventa concept album. Il disco come un’opera unica e maestosa nella musica quanto nei testi, ricercati nel linguaggio e ricchi di riferimenti colti.

La musica classica che va a permeare il linguaggio stesso di questi musicisti, nel loro modo di esprimersi sullo strumento e negli arrangiamenti, maniacalmente curati e rigidamente scritti. Uno stile dove dell’approccio audio-tattile derivato dal blues restano solo dei richiami. E la musica classica è presente anche nell’organico di queste band, che ampliano le possibilità timbriche incorporando elementi dell’orchestra. Strumenti inconsueti per il rock come pianoforte, archi, fiati (siano essi reali o simulati col mellotron, strumento di culto del genere, tanto quanto i sintetizzatori Moog). E il richiamo alla classica ritorna nelle performance dal vivo, dove assistiamo a musicisti virtuosi, a scenografie suggestive, effetti speciali o alla volontà stessa di ricreare un’opera rock. Si pensi alla teatralità e ai costumi di Peter Gabriel coi Genesis ad esempio.

Il rock progressive in Italia

E l’Italia? Ovviamente nel paese dell’opera il rock progressive trovò terreno fertile, secondo solo all’Inghilterra. Una schiera di musicisti dalla solida formazione, spesso provenienti dai conservatori, dopo aver vissuto il periodo dei complessi beat, reagì quasi in contemporanea al nuovo sound proveniente dal Regno Unito, dandone una propria interpretazione e con ottimi risultati.

Formazioni come Premiata Forneria Marconi (PFM), Banco del Mutuo Soccorso, Le Orme, Area, Goblin o New Trolls trovarono riscontro ben oltre i confini nazionali. Ricevendo anche l’apprezzamento dei maestri d’oltremanica. Per l’Italia fu un vero e proprio fenomeno musicale che influenzò stilisticamente anche le contemporanee produzioni di altro genere (pop, cantautorale, colonne sonore ecc.).

Lo stile italiano

La declinazione del genere più popolare fu quella del rock sinfonico, dove troviamo la fondamentale band PFM (senza dubbio il gruppo prog italiano di maggior successo) più legata al suono inglese. A Roma vi fu ad esempio il Banco che con i grandissimi musicisti Francesco Di Giacomo e Vittorio Nocenzi diede una sua interpretazione differente e più personale, in un certo senso più colta. E, rimanendo in tema di influenze classiche, come non citare l’album Concerto Grosso per i New Trolls, arrangiato da Luis Bacalov?

Ma l’italianità di questi gruppi emerge oltre che dalla tradizione classica anche dall’introduzione di elementi di musica popolare, strumenti tipici e sonorità mediterranee. Fondamentale a questo punto è citare gli Area, ritenuti a livello mondiale esponenti di musica d’avanguardia importantissimi. Il cantante Demetrio Stratos fu pioniere e innovatore nell’uso di nuove tecniche vocali, tanto che collaborò con John Cage a elaborate composizioni eseguibili per voce.

L’epilogo

In generale tutto il filone progressive si esaurì alla fine degli anni ’70. Complice una certa stanchezza del pubblico verso sonorità che cominciarono a risultare pompose e derivative. Inoltre vi ful’ascesa di nuovi fenomeni musicali come il punk e la new wave. Questi fattori fecero migrare gli esponenti del genere verso soluzioni più pop (pur con una sempre presente componente di raffinatezza e sperimentazione). Oppure verso gli ambienti fusion, dove la ricerca sonora e la contaminazione di generi continuarono ad essere perseguite ma ad appannaggio di un pubblico più di nicchia, di appassionati. Rimane comunque una straordinaria stagione musicale la cui eredità ha raggiunto lo status di classico, coniando dei riferimenti ancora oggi validi per i musicisti di ogni estrazione.

Gabriele Santoni