Categorie: Senza categoria

NeoClassica alla radio. “Ravel, i concerti” a Qui Comincia

Stamattina ottimo risveglio con il programma radiofonico Qui Comincia di Rai Radio3. La conduttrice Anna Menichetti ha parlato del volume di Andrea Chegai Ravel, i concerti. Un problema di identità fra autore e opera, edito da NeoClassica nel 2017.

Due sono stati gli ascolti proposti: il primo movimento del Concerto in Sol eseguito da Pascal Rogé con l’Orchestre Symphonique de Montréal, diretta da Charles Dutoit; e il Concerto per la mano sinistra con, al pianoforte, Krystian Zimerman e la London Symphony Orchestra sotto la direzione di Pierre Boulez.

Nonostante un radioascoltatore abbia dichiarato che Ravel, insieme a Schönberg, Debussy e Mahler, siano quattro dei compositori più sopravvalutati, l’opinione del nostro autore e della redazione di Qui Comincia – ma ovviamente anche quella di NeoClassica – è del tutto contraria.

Anna Menichetti commenta così il volume di Andrea Chegai:

«Andrea Chegai affronta un autore, e lo dice poi nell’introduzione, sul quale sono state spese poche e soprattutto a volte anche cattive parole, cioè non giuste […] perché Ravel è un fuoriclasse, un outsider e in effetti […] gli storici della musica molto spesso non sono stati affettuosi con lui. Nel senso che o a volte non compare nella musica del Novecento, e Andrea Chegai fa una sorta di disamina molto acuta, molto precisa sul fatto che o manca del tutto oppure viene liquidato abbastanza brevemente – questo per ragioni di convenzione storiografica […]. Oppure perché è complesso affrontare un autore come Ravel. Quindi chi lo fa, francamente, ha tutta la nostra stima».

 

Un breve estratto dall’Introduzione del libro

«[…] E si volta pagina. Pur essendosi ormai dissolto l’infervoramento adorniano che nella seconda metà del secolo scorso aveva fissato una rotta dominante in tema di Musica Nuova, secondo i principi di necessità e autenticità, e in presenza di aperte attestazioni di stima nei confronti di Ravel da parte di compositori di altra e diversa formazione come Prokof ’ev, Dallapiccola o Berio, l’individuazione di una modernità raveliana, apparentemente minata alle radici da posizioni neoclassiche (tutt’altro che unitarie e da valutare in relazione ai diversi contesti), o se si preferisce di un suo consapevole “modernismo”, costituisce ancora oggi un problema critico di tutto rilievo, che può essere colto anche nello scarso dialogo fra orientamenti critici distinti. Pare insomma che su Ravel ancora si allunghino quelle ombre che già ne offuscavano il pur vasto successo in vita, a seguito di comparazioni con quanti avessero una concezione più innovativa del comporre, e che ad occuparsi del compositore non possano che continuare ad essere quanti siano dediti, essenzialmente, a cultura francese e neoclassicismo musicale, confermando così, dall’interno, le peculiarità ben nette e circoscrittendell’autore nel quadro della produzione musicale del periodo».

 

Per riascoltare la puntata:

Qui comincia – 23/08/2017